L’altare, eretto in San Bernardino dalla confraternita di San Sebastiano e Rocco dopo la peste del 1630 e dedicato ai due santi protettori della peste e alla Vergine Immacolata, fu qui trasportato nel 1931. Durante i lavori di demolizione dell’altare preesistente vennero scoperti a pezzi i bassorilievi che raffigurano Il martirio di San Biagio e i sei miracoli del santo (sec. XV), ora collocati nella cappella di San Biagio.
L’altare di forme imponenti ha mensa a intarsi marmorei variegati profilati da cornicette nere a rilievo di gusto seicentesco. L’alzata è costituita da quattro colonne con capitello composito fiancheggianti la nicchia centrale e reggenti il frontone a profilo curvilineo spezzato decorato a dentelli al centro del quale sta la cuspide architettonica con la lapide dedicatoria.
Caratteristico del gusto barocco è soprattutto il dinamismo che definisce le parti laterali con le colonne e l’architrave impostati su tre piani successivi in profondità.
Nell’inquadratura prospettica a intarsi marmorei è collocata la statua lignea raffigurante La Madonna Immacolata (1780), opera di Antonio Papa. Secondo la testimonianza di mons. Marangoni la statua fu ridorata nel 1836.
Sul lato sinistro della cappella è collocato il dipinto raffigurante I santi Pietro, Apollonia, Caterina da Siena e Zeno realizzata da Lorenzo Voltolini gli inizi del ‘700. A sinistra S. Pietro e S. Apollonia inginocchiata; a destra S. Caterina da Siena in veste da terziaria domenicana e San Zeno, patrono della diocesi scaligera.