La chiesa parrocchiale dei Santi Martiri Fermo e Rustico si può ammirare per la sua imponente altezza e per la sua collocazione sulla sommità del colle.
La notizia più antica della Chiesa la troviamo nella bolla papale di Papa Eugenio III del 1145, dove la chiesa dei Santi Fermo e Rustico è ricordata come cappella-oratorio della Pieve di Santa Maria. Tale cappella era parte del castello principale di Colognola che venne barbaramente incendiato e distrutto nell’anno 1232 dai veronesi.
Nel 1456 la cappella fu visitata dal vescovo Ermolao Barbaro il quale testimonia che la chiesa era diventata la più importante: vi si battezzava e vi risiedeva l’arciprete che aveva lasciato la vecchia Pieve ormai caduta in abbandono.
Divenuta sede parrocchiale “in arce” sostituendo in titolarità l’antica Pieve in pianura, tra il 1460 e il 1475, la chiesa – su disposizioni del Vescovo – venne ampliata per poter accogliere la popolazione fattasi numerosa, assumendo le attuali dimensioni. Nella Cappella, di stile gotico, erano presenti l’altare Maggiore dedicato ai Santi Fermo e Rustico, la balaustra e gli altari lignei laterali che in varie epoche cambiarono dedicazioni. La Chiesa era dotata di Sagrestia e di campanile situato dove ora c’è l’altare di San Biagio e che coincideva con la torre del castello. Il Cimitero si trovava invece nel piazzale dove ora sorge la grande Croce marmorea (1772) di Antonio Tinelli.
Della chiesa della seconda metà del XV secolo rimangono probabilmente ancora la colonna, i capitelli datati 1550 e 1568 e gli altri lacerti lapidei oggi murati accanto alla porta principale.
Del 1470 è anche il fonte battesimale che ancora rimane, seppur manomesso in età recente.
Dell’aspetto della chiesa quattro-cinquecentesca, si ha un’idea sommaria da un curioso schizzo conservato a penna nell’Archivio Parrocchiale dove è visibile in forma chiara lo stemma di Colognola ai Colli.
Se ne deduce che la chiesa aveva tre altari: il maggiore dedicato ai Santi Fermo e Rustico, uno a san Biagio e uno alla Madonna. Sulla mensa dell’altare di San Biagio stava con tutta probabilità il paliotto lapideo quattrocentesco raffigurante il martirio e i miracoli del santo.
Negli anni 1613-1629 si colloca la ricostruzione totale della chiesa che, divenuta ormai insufficiente e bisognosa di riparazione, «amplior et splendìdior edificata est», come è riportato nella Visita Pastorale del 1632.
La prima pietra di questa nuova Chiesa fu benedetta nel 1613 dal Vescovo di Verona Monsignor Alberto Valier essendo Arciprete Don Francesco Volpino. Essa venne fabbricata a più stralci tra il 1613 e il 1629 dal capomastro Marc’Antonio Salvagno utilizzando le pietre della chiesa antica, della Chiesetta della Disciplina (allora situata davanti alla Canonica) e di un Oratorio che si trovava nel piazzale laterale alla chiesa.
La posizione fu la stessa della precedente e anche dell’attuale, solo con un leggero spostamento indietro per evitare crolli della facciata che dà sul pendio. Nella nuova chiesa furono trasportati gli altari della precedente con l’aggiunta di quello della Madonna del Rosario, recuperato da un vicino oratorio distrutto, sul quale probabilmente fu collocata la serie dei Misteri.
Nel corso del seicento alcuni altari vengono rinnovati e sostituiti da altari marmorei: quello dedicato a san Carlo e alla Trinità fu eretto nel 1635 dai Sommacampagna, quelli della Madonna del Rosario e di San Biagio (patrono di Colognola) nel 1644.
Nel 1724 venne rinnovato l’altare dell’Immacolata Concezione e nel 1746 fu costruita la facciata della Chiesa – disegnata dall’architetto Bernardo Avogaro – inserendovi poi nelle nicchie le statue in pietra dei Santi Patroni. Sempre nel XVIII secolo viene arricchito il patrimonio di argenti, soprattutto per iniziativa delle compagnie di San Nicolò, del Rosario e del Santissimo. Nello stesso secolo si fanno eseguire anche nuovi paramenti che ancora rimangono a testimonianza preziosa.
Il pavimento marmoreo del 1807, realizzato in tre scaglioni, sostituì quello logoro in cotto. A quel tempo esistevano due statue di “gobbi mostruosi” che sostenevano i lavelli per l’acqua santa, poi sostituiti con le attuali pile. Altri altarini marmorei vennero aggiunti nelle cappelline a fianco del presbiterio: nel 1679 l’altare di Sant’Antonio da Padova, che nel 1847 venne dedicato alla Madonna Addolorata, e nel 1815 quello del Santo Crocifisso nell’antica Sagrestia. La nuova Sagrestia fu edificata nel 1812.
I 40 banchi in noce vennero costruiti nel 1817 dopo che i precedenti – circa 130 di varie misure e di proprietà delle locali famiglie benestanti – furono bruciati dai soldati di Napoleone. Tra il 1818 e il 1821 fu eretto l’Oratorio di San Niccolò accanto alla chiesa parrocchiale, in sostituzione di un antico Oratorio sul Monte Monga.
Nel 1835 nella navata furono chiusi i vani tra le paraste della Via Crucis, si provvide alla demolizione delle cornici attorno ai finestroni e alla costruzione della cupola del presbiterio, opera dell’architetto Giuseppe Barbieri di Verona.
Le quattordici Stazioni della Via Crucis – datate 1878 – sono opera del pittore Salomoni.
Nella seconda metà dell’Ottocento, fra il 1853 e il 1858 si collocano i lavori nella zona presbiterale: l’altare Maggiore, in legno e muratura, venne arricchito con marmi. Nel 1899 si rese necessario un intervento per evitare il crollo del controsoffitto e del tetto della navata. Nella medesima occasione venne realizzato il dipinto nel medaglione centrale del soffitto – opera del pittore Giuseppe Bevilacqua – che rappresenta l’Apoteosi dei Santi Fermo e Rustico, la Madonna del S. Rosario e San Biagio, nei pennacchi della cupola i quattro Evangelisti, opera di Giuseppe Bagattini.
L’ultimo intervento sostanziale nella storia della chiesa si colloca nel secolo scorso. Tra il 1925 e il 1955 furono costruite le quattro cappelle laterali, sulle pareti della navata unica e lo spostamento degli altari all’interno di esse. In tale occasione si sostituiscono gli altari dell’Immacolata Concezione e di San Carlo con gli attuali, provenienti da altre chiese e viene costruita l’abside semicircolare.
A metà degli anni 40 del secolo scorso venne costruita la cappella del Battistero che conserva il fonte marmoreo del 1470.
La Chiesa e l’altare Maggiore vennero consacrati dal vescovo di Verona Mons. Girolamo Cardinale il 1° ottobre 1938.
Il Campanile fu eretto tra il 1754 e il 1770 ed è alto 50,25 metri. Esso ospita un concerto di nove campane, realizzato nel 1873 dalla ditta Cavadini di Verona. Le campane ottennero la Medaglia al Merito all’Esposizione Universale di Vienna nel 1873.