L’altare venne costruitonel 1644 e presenta una coerenza formale nell’uso dei marmi predominanti giallino, rosa scuro e grigio, che ne fa un’opera organica.
Decora la cappella il dipinto raffigurante Madonna Assunta e santi della seconda metà del Seicento. In basso sono raffigurati S. Giovanni Battista a sinistra, S. Biagio al centro in veste vescovile e S. Rocco.
A sinistra dell’altare la statua raffigurante San Francesco d’Assisi (inizi dell’800)tradizionalmente considerata la prima opera eseguita da Luigi Antonio Zandomeneghi – scultore nativo di Colognola (1779-1850) – prima di recarsi a Venezia dove inizierà la sua carriera più nota. Su alto piedistallo circolare recante una decorazione a bassorilievo con al centro lo stemma degli ordini minori (il braccio di Cristo incrociato a quello di un frate), si leva la statua di S. Francesco in consueta veste e posa in meditazione del crocifisso; ai suoi piedi teschio e libro.
A destra dell’altare la statua raffigurante San Nicola da Bari,opera di uno scultore veneto ignoto della seconda metà del ’400 permeata di un gusto già rinascimentale nel volto barbato da filosofo greco.
Sul lato sinistro della cappella la statua di Sant’Antonio Abate, (1433) opera datata e firmata da Bartolomeo Giolfino del quale è considerata uno dei capolavori. Nella statua a tutto tondo si rileva un legame molto forte col mondo tardo-gotico, soprattutto nell’impostazione mossa e fuori assi e nell’accentuato linearismo dei panneggi; la statua, che presenta ancora tracce di policromia originaria.
Sul lato sinistro della cappella i due bassorilievi L’Annunciazione e La Crocifissione entrambi di autore ignoto (sec. XVIII) provengono dall’Oratorio della Santa Croce in località Villa e che furono fatti eseguire dai nobili Nichesola.
Sul lato destro della cappella il quattrocentesco bassorilievo raffigurante il Martirio di S. Biagio e sei miracoli del santo. Scoperto nel 1927 sotto la mensa dell’altare della Concezione, il bassorilievo raffigura nella tavola centrale il martirio di S. Biagio legato alla croce e lacerato dai pettini di ferro dei due aguzzini, ai suoi piedi le figure frammentarie dei due committenti inginocchiati. Nei due laterali sono i miracoli del santo. A sinistra dall’alto: S. Biagio salva il bambino che stava morendo per aver ingoiato una spina di pesce; il santo viene visitato in carcere da una sua fedele; ordina al lupo di restituire il maiale che aveva rubato ad una povera vedova. A destra: il santo cammina sulle acque; sette giovani convertite durante il suo martirio sono condannate al rogo; S. Biagio tra le fiere addomesticate.
Il paliotto, che presenta stilemi tardogotici già in pieno Quattrocento, è attribuibile alla cerchia di Bartolomeo Giolfino.