Avvento e Natale 2022

Ci sarà un sentiero e una strada, la chiameranno via santa”. (Is 35,8a)

Il Cammino sinodale ci porta ad aprire cantieri di ascolto per avviare una sempre nuova esperienza di Chiesa che ci aiuti a camminare insieme.

Siamo chiamati ad aprire cantieri di ascolto che, ripartendo dalle sintesi dello scorso anno, vadano verso un orizzonte di accoglienza e di apertura a tutti.

E proprio l’Avvento, che si caratterizza come tempo di accoglienza, di ascolto, di attesa e di gioia, diventa il luogo primo per aprire cantieri di ascolto che vadano oltre gli stretti confini delle parrocchie. Aprire cantieri di ascolto verso l’esterno è costruire ponti, non solo per raggiungere realtà esterne, ma anche come passaggio per una condivisione vera della vita che reciprocamente ci aiuta ad incontrare Dio e le sorelle e i fratelli.

La prima proposta dalla Chiesa italiana per questo secondo anno di cammini sinodale è “Il cantiere della strada e del villaggio” che ci chiama all’ascolto dei mondi vitali, in particolare quelli che restano in silenzio o inascoltati.

C’è un sentiero e una strada: è l’Amore che si fa carne in Maria, che entra nella storia per tutti, che si fa bambino indifeso e povero, in un luogo anonimo e lontano. Maria è il sentiero privilegiato di Dio, Gesù è la strada, la via. In essi possiamo vedere il volto della semplicità della donna in ascolto del Signore e del Bambino che stravolge la storia dell’umanità.

La Donna e il Bambino, il sentiero e la via che ogni cristiano porta nella sua umanità rinnovata dall’amore e che a sua volta è chiamato a vivere fuori di sé, verso ogni sorella e fratello che incontra.

L’IMMAGINE DI GESÙ E MARIA
Marko Ivan Rupnik, Cappella della Trasfigurazione, Seminario di Verona.

L’immagine mariana appartiene al modulo dell’Odighitria, o “Madonna della strada” (òdhghtria colei che istruisce, colei che indica la via). Maria è rappresentata frontalmente e vestita con una tunica blu, segno della sua con dizione umana. Il maphorion, invece, è di colore rosso ed indica la santificazione della Vergine attraverso la sua maternità divina. Tre stelle ne ricordano la verginità perpetua. La mano sinistra di Maria indica il Logos e invita a seguirlo, mentre modello con la destra lo abbraccia. Lo sguardo è posato sul fedele.
Il Bambino è rappresentato come un adulto: nella posizione del Pantocrator, si regge da solo senza l’ausilio di nessuna creatura; indossa la tunica rossa – simbolo della sua divinità e il mantello blu dell’umanità assunta nell’incarnazione. Nella sinistra stringe il rotolo delle Scritture; la destra è alzata e il gesto benedicente.
La figura della Madre di Dio, leggermente inchinata per esprimere la rinuncia ad ogni protagonismo, è tratteggiata in forme chiaramente femminili con larghi fianchi, segno della fecondità e del parto. Come la verginità, anche il celibato è chiamato a diventare fecondo nella paternità spirituale.
L’immagine della Vergine è collocata nella zona dell’assemblea e vicino ai banchi. Il culto mariano è così presentato secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II, che riconosce Maria «quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella carità (Lumen gentium 53).
Le figure di Maria e del Bambino sono incorniciate da un arco a sesto acuto, la cui chiave di volta – cadendo tra la Madre e il Figlio – ne mette in evidenza il rapporto. L’immagine apre così all’evangelizzazione: come Maria, così la Chiesa, nell’articolazione e nella sinfonia dei suoi ministeri e dei carismi donati dallo Spirito, in questo breve sabato del tempo, continuamente indica al mondo la Via, la Verità e la Vita, donec veniat (1Cor 11,26)