“Abiterò nella casa del Signore”
(Sal 23,6)
Con le parole del Salmo 23, manifestiamo il desiderio di abitare la casa del Signore. Questo salmo che siamo invitati a pregare nella liturgia della Parola della IV Domenica di Quaresima esprime da un lato la cura di Dio per il suo popolo, dall’altra lo stupore dell’uomo per tutti i suoi benefici. Tutto il salmo è pervaso da un senso di fiducia in Dio che, come il pastore fa con il gregge, si prende cura di Israele. Come battezzati siamo chiamati a riconoscere in questo testo l’identità di Cristo che come il buon pastore (Gv 10,1-21) conduce l’umanità ad un nuovo pascolo. Nella risurrezione di Cristo veramente possiamo affermare: “il Signore è il mio pastore non manco di nulla”. Nel compiersi del mistero pasquale ci viene donata la pienezza della vita perché gustiamo che nel suo amore non ci manca più nulla, perfino la morte è sconfitta.
Questo apre per noi un orizzonte nuovo che ci fa scoprire un modo nuovo di vivere la vita. Allora anche noi fin d’ora desideriamo “Abitare nella casa del Signore”, sentire la Chiesa come la nostra casa, un luogo di relazioni da abitare e non un fenomeno da interpretare secondo categorie socio politiche. La Chiesa, come ci ricorda papa Francesco, non è una ONG (Udienza del 23 ottobre 2013), ma la famiglia di Dio chiamata ad annunciare la passione, morte e risurrezione di Cristo. Dall’altro lato “Abitare la casa del Signore” non significa però rinchiudersi in uno spazio isolato, appartato rispetto agli eventi del mondo, vedere in essa un luogo destinato ad una piccola élite, ma essere consapevoli che la Chiesa annuncia il Vangelo proprio attraverso la dimensione della fraternità. E proprio in un contesto di guerra e forti tensioni internazionali, come quello attuale, l’atteggiamento della fraternità risuona in tutta la sua potenza profetica ed evangelizzante. Non possiamo salvarci da soli e nemmeno possiamo essere cristiani da soli! Riscoprire il dono della comunità come via per la nostra salvezza.
L’immagine che accompagna il tempo di Quaresima e di Pasqua per la nostra diocesi è quella della Pentecoste. È lo Spirito Santo che costituisce la Chiesa e la rende dimora accogliente per tutti. Solo sotto l’azione dello Spirito le nostre comunità cristiane possono essere luogo dove rimanere nell’amore del Signore e sperimentare la salvezza negli atteggiamenti di accoglienza dei fratelli e delle sorelle.